Vite odontoidea
In questo caso clinico vengono illustrati i principi di gestione e trattamento delle fratture del dente dell'epistrofeo. Nello specifico verrà posto l'accento su quali fratture sono meritevoli di trattamento chirurgico e quali fra queste possono essere gestite attraverso il posizionamento di una vite odontoidea.
Le fratture del dente dell'epistrofeo soggette in prima istanza a trattamento chirurgico sono le seguenti:
Pazienti con fratture del dente ed età superiore ai 50 anni:
Fratture di tipo II o III secondo la classificazione di Aderson D'Alonzo con dislocazione del moncone fratturativo superiore ai 5 mm;
Rottura del legamento trasverso.
Tra queste le fratture trattabili attraverso il posizionamento di una vite odontoidea devono avere le seguenti caratteristiche:
Fratture di tipo II riducibili;
Fratture di tipo III con coinvolgimento della porzione alta del corpo di C2;
Fratture chirurgiche in cui il legamento trasverso sia integro (se lesionato si rende necessario effettuare un trattamento chirurgico per via posteriore C1-C2)
IL caso che viene illustrato è quello di una frattura di tipo III, con dislocazione superiore ai 5 mm in uomo di 65 anni. La possibilità di trattare queste fratture con una vite odontoidea rispetto ad un fissaggio C1-C2 riduce i tempi di degenza per l'ammalato e preserva la mobilità del rachide cervicale.